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Hypnerotomachia Poliphili (La battaglia amorosa di Polifilo in sogno)

Hypnerotomachia Poliphili.
Venezia, Aldo Manuzio per Leonardo Grassi, 1499
cc. [234], ill. xilogr., fol.
Legatura in seta su cartone

La “battaglia amorosa di Polifilo in sogno”, come recita il titolo, è una complessa opera allegorica che descrive il “viaggio dell’anima” del giovane Polifilo alla ricerca dell’amata Polia.

Banco Rari. 102, cc. 10v-11r

Il romanzo fu pubblicato anonimo a Venezia da Aldo Manuzio nel dicembre 1499, a spese di Leonardo Grassi. Nonostante le infinite ricerche e gli accesi dibattiti permangono ancora dubbi sull’identità dell’autore, “frater franciscus”, secondo l’acrostico contenuto nel testo. L’attribuzione al frate domenicano Francesco Colonna (1433-1527) non convince del tutto, così come quella ad un Francesco Colonna, principe di Palestrina; l’identificazione con il frate servita Eliseo da Treviso è un’altra possibilità da considerare. Non vi è dubbio che l’opera sia stata prodotta in un ambiente erudito e raffinato, probabilmente di area settentrionale: la lingua del testo è un italiano misto a latino, ricco di neologismi e di invenzioni lessicali coniate da radici greche e latine, inserite in un gioco continuo di citazioni e di rinvii a miti classici ed a speculazioni filosofiche assai complesse.

Banco Rari 101, c. 37rCome il sogno che procede per immagini, così la storia che Polifilo narra si dipana in un susseguirsi di elaborate scene, sovrabbondanti di elementi architettonici e di composizioni prospettiche; la “visio” inizia in una foresta “impervia e oscura”, dove il giovane si perde, incontra draghi, lupi, fanciulle ed architetture meravigliose, fugge, sogna nuovamente, è condotto davanti alla regina Eleuterillide, cui dichiara il suo amore per Polia e infine incontra l’amata. Insieme vengono trasportati nell’isola di Citera, al fonte di Venere, dove Polia racconta la sua storia; i due innamorati, messi in fuga dalle ninfe di Diana, si perdono ma infine Venere benedice la loro unione. Il sogno si dissolve quando Polifilo sta per abbracciare la giovane. Il racconto procede in stretta connessione con le splendide incisioni che illustrano l’incunabolo. Le 172 xilografie che impreziosiscono l’opera, prodotte da una bottega veneziana di disegnatori e incisori di alto livello artistico, offrono al lettore un’ immediata rappresentazione visiva del racconto, assolvendo perfettamente alla loro funzione esplicativa.

L’eleganza e la ricercatezza dell’apparato iconografico si coniugano con l’estrema cura della realizzazione tipografica, impostata sull’attento equilibrio degli spazi e sull’impiego di quei caratteri che hanno reso l’officina Aldina famosa in tutto il mondo.

Universalmente considerato un capolavoro dell’arte tipografica rinascimentale, l’esemplare della Biblioteca Nazionale proviene dalle raccolte granducali conservate presso la Biblioteca Palatina di Palazzo Pitti, di cui fa fede la collocazione riportata sul piatto anteriore dell’opera (Palatino D.7.5.11).

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Bibliografia

  • Aldo Manuzio tipografo 1491-1515, catalogo della mostra, a cura di L. Bigliazzi, A. Dillon Bussi, G. Savino, P. Scapecchi, Firenze 1994, pp. 68-70;
  • F. Colonna, Hypnerotomachia Poliphili, in aedibus Aldi Manutii, Venetiis 1499, ed. a cura di M. Ariani, M. Gabriele, Milano 2010, 2 voll.

Scheda tratta da:
Carla Pinzauti, in Il sogno nel Rinascimento, a cura di Chiara Rabbi Bernard, Alessandro Cecchi, Yves Hersant. Catalogo della Mostra tenuta a Firenze, Palazzo Pitti; Galleria Palatina, 21 maggio-15 settembre 2013, Livorno : Sillabe, 2013, pp. 96-99.

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